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Leoluca Orlando
Sindaco di Palermo


Un omaggio ad un artista
appassionato, colto, poliedrico.
Alfonso Leto si svela in questa mostra
interprete della condizione umana,
capace di interrogare, non timoroso di
rileggere, reinterpretare, trasgredire.
Ancora una volta la Fondazione
Sant’Elia sceglie di porre al pubblico
delle domande, lasciando la libertà,
la curiosità intellettuale e lo spazio
emotivo per cercare ognuno le proprie
risposte.
Leto non teme di osare e lo fa
nell’anno in cui Palermo, capitale
italiana della cultura 2018, svela la
propria anima multiculturale, carica di
poetiche contaminazioni e bellissime
contraddizioni.

Andrea Cusumano
Assessore alla Cultura della Città di Palermo

 

Nell’anno della cultura, Palermo
celebra un grande pittore siciliano.
Una mostra che ne ritrae l’escursus
pittorico attraverso opere di diversi
periodi e gestazioni.
Monumentale e intimo, sofisticato e
pop, pittorico e scultoreo, materico
e glossy, tutto questo è Alfonso
Leto e molto altro ancora. Un artista
decisamente XL, capace di spaziare
tra varie tecniche ed invenzioni
pittoriche con disinvoltura. Un Luca
Giordano contemporaneo che
fonde ad un eclettismo tecnico, la
profonda conoscenza mai celata delle
proprie fonti ed inspirazioni colte, e
la sregolatezza del genio in perenne
ricerca di soluzioni. È infondo un
giocatore Leto, che si diverte col proprio
giocattolo pittorico, trasformando due
cavalletti in cavalli blu (forse i cavalli del
celebre Blaue Reiter Kandinskyiano ?),
inventando ex novo figure poetiche o
grottesche sulla tela, o rovesciando il
primato della pittura trasformandola in
oggetto di una installazione spaziale,
come nel caso delle quatto tele
finementre dipinte ma appese ad una
corda e senza telaio.
Tuttavia la maestria e la tecnica non
prendono mai il sopravvento sull’opera,
divenendo invece strumento utile a
questo inarrestabile fiume in piena
di invenzioni creative e ‘scherzi’. Un
artista ironico e dissacrante che non
può però nascondere il senso vero del
proprio incedere: la gioia del vivere e la
meraviglia del creato. Una pittura che è
infondo mimesis, che replica il vortice
aleatorio della vita e della creatività che la genera

Calogero Pumilia
Presidente Fondazione Orestiadi

Gibellina


Con “Alfonso Leto. Opere scelte 1997-
2017”, a cura di Marco Meneguzzo,
le Orestiadi propongono alla città di
Palermo, ai suoi visitatori e alla Sicilia,
le opere dell’artista che appartiene
a pieno titolo alla migliore estetica
contemporanea.
Precursore di alcune delle direzioni più
stimolanti della ricerca artistica, Leto,
da molto tempo, partecipa alla vita e
all’attività della Fondazione alla quale
ha portato il contributo rilevante della
sua opera.
“Leto contro il metodo”, con la curatela
di Achille Bonito Oliva, vent’anni fa,
confermava l’artista come un inquieto,
colto e appassionato esponente della
pittura che, rifiutando canoni e regole
consolidati, ricerca costantemente
nuovi modi espressivi e realizza con
forme, linee e colori di grande impatto
e raffinatezza, tele che lo hanno
consacrato come una delle migliori
espressioni dell’arte contemporanea e
lo hanno imposto all’attenzione della
critica nazionale.
Alfonso ha cominciato la sua
collaborazione con la Fondazione e
con Ludovico Corrao, curando la prima
collezione d’arte di Gibellina e alla
Fondazione ha continuato a dare un
contributo prezioso, partecipando alle
sue iniziative.
Con questa mostra prosegue, nel
prestigioso spazio di Palazzo Sant’Elia,
l’impegno delle Orestiadi nell’anno
di Palermo Capitale della Cultura e di
Manifesta. Una delle istituzioni culturali
di maggiore spessore della Sicilia
concorre al successo delle due iniziative
che consacrano il capoluogo come
una delle realtà più vive d’Europa e del

Mediterraneo.

Dopo la mostra “Pausa sismica”, che ha ricordato i cinquant’ anni trascorsi dal terremoto che distrusse la Valle del Belìce e che, a Gibellina, venne trasformato da immane tragedia instraordinaria opportunità per unaricostruzione realizzata con la cifra dell’arte e del bello, la disponibilità di Leoluca Orlando, Andrea Cusumano e di Antonio Ticali, consentono alle Orestiadi di proseguire un percorso che conferma e incrementa l’impegno più che trentennale di promuovere il contemporaneo nelle sue manifestazioni più stimolanti. Le opere di Alfonso Leto in mostra sono pienamente in sintonia con questo impegno.

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